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Le leggi fascistissime: fedeltà al regime e governo dall'alto
Tra il 1925 e il 1926, il governo fascista emanò una serie di leggi – ispirate dal giurista Alfredo Rocco – definite “fascistissime”. Queste norme avviarono la trasformazione, di fatto, del Regno d'Italia in regime fascista, e cioè in uno Stato che smetteva di essere liberale e diventava sempre più autoritario.
Ecco alcuni esempi, molto significativi, di leggi “fascistissime” emanate in quel periodo: controllo da parte della polizia di tutte le associazioni di cittadini (legge 26 novembre 1925 n. 2029); limitazione della libertà di stampa (legge 31 dicembre 1925 n. 2307); testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che conferiva ai prefetti il potere di sciogliere associazioni, partiti, gruppi e organizzazioni politiche e istituiva il confino1 come pena principale per gli oppositori al regime (regio decreto 6 novembre 1926 n. 1848); proibizione dello sciopero ed eliminazione di tutte le rappresentanze sindacali, e istituzione del sindacato unico fascista (legge 3 aprile 1926 n. 563); istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato (legge 25 novembre 1926 n. 2008).
  Leggendo e analizzando i documenti sotto riportati, scoprirai ulteriori interventi attuati dal fascismo nel biennio 1925-26, finalizzati, al pari di quelli sopra elencati, alla eliminazione di ogni opposizione e alla trasformazione in senso autoritario dello Stato.
1 confino: durante il fascismo, venivano condannati al confino, cioè a risedere forzatamente anche per anni in un luogo remoto, gli oppositori del regime. Finirono al confino i più noti antifascisti come, per esempio, Filippo Turati, Ferruccio Parri, Carlo e Nello Rosselli, Antonio Gramsci, Alessandro Pertini e molti altri. Le più comuni località in cui si scontava la pena del confino erano le isole di Pantelleria, Ustica, Ventotene, Ponza, Tremiti.
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LEGGE 24 dicembre 1925, n. 2300
Dispensa dal servizio dei funzionari dello Stato

 

VITTORIO EMANUELE III
per grazia di dio e per volonta' della nazione re d'italia

Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

Art. 1 – Fino al 31 dicembre 1926 il Governo del Re ha facoltà di dispensare dal servizio, anche all'infuori dei casi preveduti dalle leggi vigenti, i funzionari, impiegati ed agenti di ogni ordine e grado, civili e militari, dipendenti da qualsiasi Amministrazione dello Stato, che, per ragioni di manifestazioni compiute in ufficio o fuori di ufficio, non diano piena garanzia di un fedele adempimento dei loro doveri o si pongano in condizioni di incompatibilità con le generali direttive politiche del Governo.
La dispensa è pronunciata con decreto Reale, su proposta del Ministro competente.
[…]

Data a Roma, addì 24 dicembre 1925.

VITTORIO EMANUELE.
Mussolini – Federzoni – Lanza Di Scalea – Rocco – Volpi – Fedele – Giuriati – Belluzzo – Ciano.

LEGGE 4 febbraio 1926, n. 237
Istituzione del Podestà e della Consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti

 

VITTORIO EMANUELE III
per grazia di dio e per volonta' della nazione re d'italia

Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

Art. 1 – Nei Comuni la cui popolazione non eccede i 5.000 abitanti secondo le risultanze dell'ultimo censimento, l'Amministrazione è affidata a un Podestà assistito, ove il Prefetto lo ritenga possibile, da un Consulta municipale.

Art. 2 – Il Podestà è nominato per decreto Reale.
Dura in carica cinque anni e può essere sempre confermato.

[…]

Art. 5 – Il Podestà esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale conferisce al sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale.
La Consulta comunale è unicamente consultiva; essa dà parere su tutte le materie che il Podestà crede di sottoporle. […].

[…]

Art. 8 – Nei Comuni di popolazione eccedente quella indicata dall'art. 1, l'amministrazione può essere affidata, in conformità delle norme stabilite dalla presente legge, a un Podestà, quando i rispettivi Consigli comunali siano stati sciolti due volte nel periodo di due anni.

[…]

 

Data a Roma, addì 4 febbraio 1926.

VITTORIO EMANUELE.
V. Il Guardasigilli: Rocco

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