L'interrogazione dei documenti   L'interpretazione dei documenti   La scrittura finale
Documenti ufficiali delle amministrazioni comunali
della Carnia.
I continui attacchi ai presìdi e ai reparti nemici da parte delle brigate partigiane avevano costretto i Tedeschi ed i fascisti, nell’estate del 1944, ad abbandonare la Carnia, dove cominciarono a sorgere i Comitati di Liberazione Nazionale che colmavano il vuoto di potere causato dall’assenza degli organi dello Stato. Il primo a costituirsi, il 17 giugno 1944, fu quello di Ampezzo, centro predestinato a fungere da capitale della futura Zona Libera.
  Uno dei problemi urgenti di cui si dovettero occupare gli amministratori locali fu quello dell’approvvigionamento e della distribuzione dei generi alimentari, che si fece sempre più grave nei mesi successivi, a causa sia dell’assedio a cui fu sottoposta la zona da parte delle truppe tedesche, sia dell’invasione cosacca che, a ottobre, pose fine all’esperienza della Zona Libera della Carnia.
Attraverso la lettura e l’analisi dei documenti avrai modo di capire come gli amministratori comunali affrontarono il gravoso problema dell’approvvigionamento dei viveri tentando di trovare una soluzione che mettesse tutti d'accordo.Documenti ufficiali
Venire a patti con il nemico per non morire di fame?Venire a patti con il nemico per non morire di fame?.pdf

Comitato di Liberazione Nazionale
Prato Carnico

Verbale di seduta del 5 gennaio 1945

La riunione avviene nella sala consigliare del Municipio alle ore 10.
Sono presenti: il Sindaco Mecchia Domenico; la Giunta Popolare al completo; il Presidente del C.L.N. Fabian Aldo ed il Segretario B. Ciullini.
Presiede la riunione il Sindaco il quale si intrattiene sottolineando la gravità della situazione alimentare, comprese le medicine, nel comune e la mancanza di pane e di qualsiasi genere alimentare: le famiglie sono ridotte spesso a sfamarsi solo con poche patate. Spiega che per rappresaglia e ragioni militari la Carnia ospita forzatamente nelle sue case circa trentamila cosacchi i quali in gran parte si sono insediati nelle famiglie, facendo da padroni e consumando le poche risorse alimentari esistenti e mettendo mano al bestiame.
Le strade bloccate ovunque, il coprifuoco in vigore dalle otto di sera alle cinque del mattino. Situazione drammatica dalla quale bisogna uscirne al più presto.
Il membro della giunta popolare cristiano sociale Roia Leonardo fa presente che una personalità militare e politica del luogo gli ha assicurato e promesso che a Prato Carnico avrebbero ripristinato la fornitura di generi alimentari tramite la tessera, se si fosse costituito un Corpo di Volontari Armati disposto a combattere a fianco dei fascisti e dei Tedeschi.
La discussione si fa subito generale ed animatissima.
Il Sindaco e Cleva Giovanni Vora si dichiarano d’accordo con la proposta del Roia.
Interviene nella discussione il rappresentante del C.L.N. Aldo Fabian il quale dichiara testualmente: "Sono pochi giorni che la mia casa è stata bruciata e completamente distrutta; mio figlio Vero deportato e tutto ciò per opera dei fascisti, dei Tedeschi e dei cosacchi ai quali hanno promesso le nostre misere terre. Mi rendo conto che l’ora che stiamo attraversando è molto grave.
Ma con i fascisti e i tedeschi non si può trattare.
Sarebbe una ignominia ed una viltà per questo Comune che è sempre stato all’avanguardia. Piuttosto che lasciare ai nostri figli la memoria di un’onta così vergognosa, io preferirei scomparire con i resti della mia famiglia."
A seguito di queste dichiarazioni i presenti rimangono perplessi e vacillanti.
Tuttavia si dà incarico al Sindaco ed al Roia di informarsi meglio circa la proposta dei corpi volontari.
La seduta viene tolta.
Fuori nella piazza antistante stazionavano gruppi armati di cosacchi.
B. C.

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