Fin dall’antichità i rompicapo logici, come i paradossi, e le risoluzioni di particolari situazioni
problematiche legate alla vita quotidiana hanno rappresentato delle vere e proprie disfide di matematica.
La disfida più leggendaria è quella che Archimede propose ai matematici alessandrini, inviando al matematico Eratostene in una lettera, sotto forma di epigramma, il problema dei buoi.
Archimede di Siracusa (287-212 a.C.), il genio universale, aveva studiato in Alessandria, centro culturale del mondo
ellenistico frequentato dai più celebri studiosi di ogni ramo del sapere, tra cui Euclide e i suoi allievi: questi
ultimi probabili maestri di Archimede. Dopo il suo ritorno a Siracusa mantenne i contatti con il mondo accademico
alessandrino attraverso lo scambio di problemi con i più grandi matematici.
Archimede ha sempre stupito gli studiosi del suo tempo per le geniali intuizioni e invenzioni, ma,
proponendo il problema dei buoi li mise in difficoltà.
Per secoli del problema dei buoi di Archimede si era perduta traccia fino a quando, nel 1773 Lessing
ne annuncia il ritrovamento e ne pubblica una sua versione.
Testo originale
del problema dei buoi.
Traduzione dei 47 versi che costituiscono il problema dei buoi.
Il problema dei buoi di Archimede consisteva nel calcolare la composizione della mandria dei buoi che il dio Sole
faceva pascolare nella Trinacria, Sicilia, ossia nel determinare il numero di buoi bianchi, pezzati,
neri e fulvi, note certe relazioni tra i buoi di ogni singolo colore. |
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Il modello matematico che traduce, ad un primo livello,
il problema è rappresentato da un sistema lineare
costituito da 7 equazioni in 8 incognite, indicando con x, y, z, t, rispettivamente il numero di
tori: bianchi, neri, bruni, chiazzati e con x', y', z', t' quello delle
corrispondenti giovenche.
Video
problema dei buoi
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Il sistema è
indeterminato
e ammette infinite soluzioni. Risolvendo il sistema costituito dalle prime tre equazioni con
risolutore
automatico e riducendo le soluzioni allo stesso denominatore si ha:
Per ottenere soluzioni
intere “per non dover uccidere alcun animale e dover incorrere nelle ire
del dio Sole come accadde ai compagni di Ulisse”, in questo caso si
mostrerebbe, dice Archimede “di non essere inabili in materia di numeri”,
si pone
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da cui |
Applicando il metodo di sostituzione nelle rimanenti quattro
equazioni, si determinano le altre soluzioni con il
risolutore automatico.
Ma "per essere sapienti",
aggiunge Archimede, "occorre determinare il valore di p in modo che siano verificate ulteriori condizioni:
- i
tori bianchi (x) e quelli neri (y) si possano disporre
secondo un quadrato, ossia imporre ;
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Imporre al problema le due ulteriori condizioni:
- valori interi per le incognite, in modo che la somma
sia un numero quadrato;
- valori interi per le incognite, in modo che la somma
sia un numero
trangolare;
significa risolvere l’equazione di
Pell – Eulero
Nel problema dei buoi il valore di
d corrisponde a 4729494,
e la soluzione minima dell’equazione ,
ossia nell’insieme ,
è rappresentata da un numero di oltre duecentomila cifre.
Sorprendente come mandria di buoi!
Osservazioni
- Il problema dei buoi
è ritenuto il più complesso problema algebrico dell’antichità: la sua
risoluzione completa, ossia comprensiva dei due ulteriori vincoli - i tori
bianchi e quelli neri disposti come un quadrato; i tori bruni e
quelli chiazzati disposti in forma triangolare - richiede cognizioni
algebriche, sia nei contenuti che nel simbolismo, notevoli e ricercate
rispetto a quelle note nel tempo di Archimede. L’ipotesi più probabile
avanzata da alcuni storici della matematica è che Archimede, il massimo
scienziato dell’antichità, abbia evidenziato un approccio all’analisi
indeterminata, pervenendo alla soluzione dell’equazione di
Pell-Eulero,
attraverso generalizzazioni di alcuni procedimenti già noti, che
consentivano l’approssimazione di particolari radici quadrate;
- Lo storico Loria, al
termine dell'analisi del problema ,afferma: Da quanto precede risulta che
il problema di Archimede merita di essere ascritto fra i più belli che
annoveri la letteratura aritmetica, così bello che non ci sovviene alcuno
che lo superi per eleganza di forma e valore di sostanza. Esso è difficile
assai, ma chi può arrogarsi il diritto di negare ad un genio originale e
potente, qual era il Siracusano, la capacità di concepirlo e risolverlo?".
- Le disfide di matematica, nei tempi antichi, non sono state un
fatto puramente agonistico o folcloristico ,ma hanno fornito, a
volte, documenti preziosi alla storia della matematica, e
sottolineato importanti punti di svolta del pensiero matematico;
- Il problema dei buoi è un problema “aperto”, ossia
utilizzando computer più potenti e software più sofisticati,si potrebbe ottenere una soluzione
diversa da quella determinata nel 1965.
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