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Carta d'identità
del PIL

Che cos'è il Prodotto Interno Lordo?
Quanta ricchezza produce uno Stato?
Per rispondere a questa domanda, si usa un indicatore sintetico e immediato: il Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese Gross Domestic Product (GDP).

Il PIL è il valore dei beni e dei servizi prodotti all’interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (generalmente un anno) e destinati al consumo, agli investimenti pubblici e privati e alle esportazioni (nel conteggio non entra il valore dei beni e dei servizi usati per la loro creazione).

Il valore del PIL di un Paese è generalmente espresso nella sua moneta. Per confrontare le economie di Paesi diversi, si converte tale valore in una moneta comune, di solito il dollaro USA ($) o l’euro (€). Nel 2014, il valore di tutto il PIL prodotto nel mondo è stato pari a circa 78.323 miliardi di dollari, con forti differenze tra le diverse aree (tabella 1)

Il PIL varia moltissimo anche da Paese a Paese, poiché dipende dalle dimensioni demografiche e territoriali, dalla ricchezza di risorse naturali - e dall'intensità del loro sfruttamento - dalle condizioni e dalla struttura del sistema economico: osserva a questo proposito la tabella 2 e la tabella 3 che riportano i dati del Calendario Atlante DeAgostini.

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Perché si chiama Prodotto Interno Lordo?

Prodotto: beni e servizi che hanno una valorizzazione monetaria in un processo di scambio. Sono quindi esclusi, per esempio, quelli scambiati all’interno delle famiglie.

Interno: ciò che è prodotto all’interno del Paese, anche da operatori esteri, ma non quello che viene prodotto da operatori nazionali all’estero.

Lordo: comprensivo del costo dei macchinari e delle attrezzature utilizzati nel processo produttivo, quindi al lordo degli ammortamenti, senza cioè suddividere il costo dei beni strumentali per il numero di anni in cui saranno utilizzati.

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Come si calcola il PIL

Il PIL può essere calcolato in diversi modi. Qui prendiamo in considerazione il “metodo della spesa”.

Prodotto Interno Lordo o PIL
=
Consumi: la spesa dei consumatori per acquistare beni durevoli (es. automobili o elettrodomestici), beni di consumo (es. cibo o vestiti) e servizi (lavori fatti dagli individui)
+
Investimenti: la spesa per beni acquisiti per uso futuro dalle imprese (es. macchinari, attrezzature e le scorte di magazzino) e la spesa di imprese e consumatori in immobili nuovi
+
Spesa pubblica: la spesa della pubblica amministrazione per l’acquisto di beni e servizi (es. infrastrutture, dipendenti pubblici, spese militari, polizia ma non pensioni o sussidi di disoccupazione)
+
Esportazioni nette: il saldo della bilancia commerciale, cioè la differenza fra le esportazioni e le importazioni

Puoi osservare il grafico (fonte: Sole-24 Ore) che mostra come sono variate queste 4 componenti nel PIL italiano dal 2003 al 2011.

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Come sta andando l'economia?

Il PIL è anche un indice dell’andamento dell’economia. In questo caso si utilizza la sua variazione percentuale rispetto a un rilevamento precedente. Quando il valore percentuale è positivo, si parla di crescita economica; quando è negativo, si parla di contrazione economica.

Per esempio, questa carta predisposta dalla Banca Mondiale illustra la variazione del PIL nel 2015 rispetto al 2011 di tutti i Paesi del mondo: si può notare a colpo d’occhio come alcune economie asiatiche, africane e sudamericane siano cresciute, mentre molti Paesi della “vecchia” Europa siano in declino.

L'ISTAT fornisce numerosi dati riguardanti l’andamento del PIL italiano, spesso confrontato con quello di altri Paesi (tabella).

Altri aspetti
del PIL

PIL nominale e PIL reale

Per studiare l’andamento dell’economia di un Paese nel tempo, si confrontano fra loro dati relativi al PIL di anni diversi. In questo caso è importante distinguere le variazioni provocate dal cambiamento dei prezzi da quelle determinate dal cambiamento della quantità di beni e servizi prodotti.
Il PIL nominale misura il valore finale della produzione a prezzi correnti, che possono quindi essere, rispetto a un periodo precedente, aumentati o diminuiti.
Il PIL reale esprime il valore finale della produzione a prezzi costanti: viene scelto un anno-base di riferimento e i beni e servizi di tutti gli anni sono misurati ai prezzi di quell’anno. In questo modo le variazioni del PIL nel tempo riflettono solo i cambiamenti “reali” della quantità di produzione, neutralizzando le variazioni dei prezzi.

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L'inflazione

Uno dei motivi principali per cui nel corso degli anni il PIL nominale continua ad aumentare è l’inflazione. Che cosa significa questo termine?

L’inflazione è l’aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi. Può essere definita anche come la progressiva diminuzione del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta: per acquistare la stessa quantità di beni e servizi si spende una quantità di denaro maggiore.

Il grafico mostra com’è variata l’inflazione media annua in Italia dal 1957 al 2014. Il tasso annuale d'inflazione più alto è stato registrato nel 1980, mentre il 1959 è stato finora l'unico anno di inflazione negativa (chiamata deflazione).

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Il PIL a parità di potere d’acquisto (PPA)

Volendo confrontare le economie di Paesi diversi occorre considerare l’effettivo potere d’acquisto dei redditi.

Per questo il PIL nominale viene “corretto” utilizzando tassi di cambio che tengono conto del costo della vita e dell’inflazione di ogni singolo Paese.

Si ottiene così il PIL a parità di potere d’acquisto (PPA, in inglese Purchasing Power Parity, PPP). Nella tabella puoi vedere, per esempio, come cambia la classifica dei Paesi per quanto riguarda il loro PIL totale.

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Il Big Mac

Se cambiamo 10 dollari statunitensi in yen giapponesi e rupie indiane, quanti “Big Mac” riusciamo a comprare, utilizzando la valuta locale, nei due Paesi? Tre in Giappone e ben sei in India.

L'indice Big Mac si basa sul prezzo del famoso panino nei diversi Paesi del mondo. È stato introdotto dal giornale economico “The Economist” nel 1986 e viene aggiornato annualmente. È uno strumento informale di comparazione del potere d'acquisto di una valuta ed è ampiamente citato dagli economisti.

Una spiegazione abbastanza chiara sull’argomento si può trovare qui.

Il reddito
pro capite

Come si calcola il reddito pro capite?

Per misurare e confrontare il benessere economico delle popolazioni si usa come indicatore il reddito pro capite. Si calcola dividendo il PIL di uno Stato per il numero dei suoi abitanti. Il valore ottenuto è la ricchezza media prodotta da ogni cittadino. Anche il PIL pro capite può essere calcolato a parità di potere di acquisto e spesso i dati cambiano notevolmente (tabella).

Il PIL pro capite può cambiare nel tempo. Per esempio, la carta predisposta dall’Eurostatillustra le variazioni nelle aree regionali dell’UE tra il 2008 e il 2013: si può notare che in gran parte dell’Europa meridionale il PIL pro capite è diminuito, mentre in gran parte di quella centrale e settentrionale è cresciuto.

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Quante differenze nel mondo!

Il PIL pro capite presenta valori molto diversi a seconda delle aree del mondo (tabella 1)

La Banca Mondiale suddivide i Paesi del mondo in 4 categorie, a seconda del reddito pro capite medio (tabella 2 + carta), che può essere:
– basso (PIL pro capite annuo fino a 1.045$);
– medio-basso (da 1.046 a 4.125$);
– medio-alto (da 4.126 a 12.746$);
– alto (oltre 12.746$).

Anche in Italia vi sono forti squilibri: per esempio, osserva questo grafico realizzato dall’ISTAT per mostrare le differenze di reddito medio tra le 20 regioni del nostro Paese (in euro).

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Tieni presente che...

Il reddito pro capite è una semplice media: non dice nulla sulla distribuzione della ricchezza. Può esistere, per esempio, un Paese con un buon reddito pro capite nel quale però la ricchezza è concentrata nelle mani di un piccolo gruppo di persone, mentre il resto della popolazione è poverissimo.

Questa disuguaglianza nella distribuzione del reddito può essere misurata con il coefficiente di Gini, compreso tra 0 e 100: più è vicino allo 0 e più la disuguaglianza è bassa; al contrario, più si avvicina a 100 e più la disuguaglianza è alta.

Come puoi vedere nelle tabelle 1 e 2, nel 2012 il Paese con l’indice più alto era il Lesotho con 63,2, mentre quello con l’indice più basso era la Slovenia con 23,7 (per un confronto, il dato dell’Italia era 31,9).

Esercitazione
guidata

Esercitazione guidata: che cosa ci dicono i dati?

In questa esercitazione puoi lavorare con i dati che riguardano il PIL pro capite in dollari USA e scoprire come funzionano gli “strumenti” della sezione Usiamo i dati: la carta tematica e i grafici. I dati che utilizziamo in questa esercitazione riguardano il 2007 e il 2015 (nella carta e nel grafico sono disponibili anche quelli dei bienni intermedi).

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I 30 Paesi con il PIL pro capite più elevato

(anno 2014, esclusi Andorra, Monaco e San Marino)
© 2014 De Agostini Scuola SpA, Novara - Tutti i diritti riservati - Aggiornamento: 2016.
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