L’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), in inglese World Trade Organization (WTO), è un’organizzazione internazionale permanente che ha l’obiettivo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale e regolare le relazioni commerciali fra gli Stati. Attualmente ne fanno parte 162 Paesi che, insieme ai 22 Paesi osservatori, rappresentano circa il 97% del commercio mondiale di beni e servizi.
Al centro dell’attività dell’OMC ci sono la negoziazione e la gestione degli accordi (in inglese agreements) e la risoluzione delle controversie commerciali internazionali.
Gli accordi multilaterali, firmati dagli Stati membri, forniscono le regole di base del commercio internazionale. Gli Stati che non si adeguano alle regole stabilite possono subire sanzioni commerciali.
La OMC è stata istituita nel 1995 al termine dell’Uruguay Round, nome con cui si indicano i negoziati che si svolsero dal 1986 al 1994 fra i 123 Paesi aderenti al GATT (Accordo Generale sulle tariffe doganali e sul commercio, in inglese General Agreement on Tariffs and Trade).
A differenza del GATT, l’Organizzazione Mondiale del Commercio regolamenta non solo il commercio delle merci, ma anche quello dei servizi e i diritti di proprietà intellettuale.
L’OMC coopera con il Fondo Monetario Internazionale e con la Banca Mondiale, seguendo alcuni principi fondamentali:
Con l’applicazione di questi principi si riduce il protezionismo, cioè gli interventi adottati da uno Stato per scoraggiare la domanda di prodotti esteri e difendere la produzione nazionale. Tipiche misure protezionistiche sono l’imposizione di dazi doganali e i contingentamenti, detti anche “quote”, delle importazioni.
L’azione dell’OMC si basa sulla convinzione che il libero scambio commerciale sia capace di apportare benefici a tutti i partecipanti favorendo la specializzazione internazionale: ogni Paese utilizza le proprie risorse per produrre i beni che può realizzare a minor costo e per importare quelli che altri possono produrre a costi minori dei suoi. In questo modo in tutti i Paesi i prezzi dei beni di consumo dovrebbero abbassarsi a vantaggio dei consumatori.
Questa teoria è stata propugnata dalla fine del Settecento dai primi economisti liberali, Adam Smith (1723-1790) e David Ricardo (1772-1823), e costituisce il principale fondamento “ideale” della globalizzazione (e quindi anche il principale motivo di disaccordo di chi critica la globalizzazione).
Tuttavia, i rapporti commerciali reali sono ancora molto lontani dal “libero scambio”: i Paesi più potenti sono sempre in grado di orientare a proprio vantaggio le regole e i prezzi. Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, per esempio, adottano dazi o altre misure per proteggere il proprio settore agricolo, mentre alcuni Paesi “emergenti”, come il Brasile o l’India, tassano le importazioni di prodotti industriali.