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le fonti della narrazione storica dell antico egitto
  Le fonti per lo studio dei Franchi
  Per i Franchi la fonte più completa è l’Historia Francorum di Gregorio di Tours (538-594).
L’Historia Francorum consta di 10 libri e l’autore la considera la prosecuzione naturale della storia romana. La narrazione è disordinata e spesso confusa ma offre una mole impressionante di dati per chi voglia documentarsi sui Franchi. Non manca, in stile tipicamente altomedievale, il gusto per il meraviglioso e per il miracolistico, ma la caratteristica principale di questa opera storica è la ricerca costante di obiettività e un realismo spesso impressionante.
Per quanto riguarda Carlo Magno, abbiamo ricevuto abbondanti notizie dal suo biografo personale, Eginardo. Eginardo (Einhard) (770 ca.-840) fu un grande latinista, ma si interessò anche di arte, ingegneria e tecnica, partecipando, tra l’altro alla costruzione della Cappella Palatina di Aquisgrana  (oggi Aachen). Fu grande amico e intimo confidente del re Carlo Magno e della sua famiglia e così, dopo la morte del sovrano, decise di scrivere la  Vita Karoli Magni, secondo il modello della Vita Augusti di Svetonio, opera molto ben dettagliata e di grande chiarezza nel linguaggio, che oggi rappresenta  la fonte primaria di ricerca sul periodo carolingio.
Con questa opera Eginardo consegna alla leggenda la figura di Carlo Magno. L’imperatore appare sempre in una veste eroica, anche nelle faccende di tutti i giorni o, addirittura, negli svaghi.
Apprendiamo che era appassionato di nuoto e amava i bagni di vapore e che possedeva una sensibilità per la cultura e lo studio che lo indusse ad imparare il latino fino a parlarlo correntemente, e a studiare il greco. Alcuino stesso insegnò a Carlo la retorica, la dialettica e l’astronomia. Sembra che fosse molto fedele alle tradizioni ed in particolare all’abbigliamento: solo a Roma, e per richiesta del papa, accettò di non vestire il costume nazionale dei Franchi per indossare la tunica.
La sua figura divenne, anche per merito di Eginardo, così potente nell’immaginario collettivo che Federico Barbarossa, nel 1165, fece tutto affinché Carlo fosse ammesso nel novero dei santi. Del resto anche Dante, come possiamo leggere nella Divina Commedia, gli riserva un posto nel Paradiso.   
Nell'anno 1000 Ottone III fece aprire la cripta di Carlo Magno. La leggenda dice che il corpo dell'imperatore fu trovato in notevole stato di conservazione, seduto su un trono di marmo, vestito con gli abiti imperiali, con la sua corona in testa, con i Vangeli aperti in grembo e lo scettro in mano. Un grande affresco che rappresenta Ottone e i suoi nobili che ammirano l'imperatore defunto fu dipinto sulla parete della sala grande del municipio.
Nel 1165, l'imperatore Federico Barbarossa aprì ancora la cripta e fece disporre le spoglie in un sarcofago scolpito nel marmo, che si diceva essere quello in cui Augusto fu sepolto. Le ossa vi riposarono fino al 1215, quando Federico II le fece trasferire in uno scrigno d’oro e d’argento.
  Le fonti per lo studio del crollo dell’Impero Carolingio
  La fonte storiografica per questo periodo è senz’altro Nitardo, nipote illegittimo di Carlo Magno, laico ma dotato di buona cultura letteraria. Nitardo svolse compiti diplomatici al fianco di Ludovico il Pio e di Carlo il Calvo, che gli concesse la carica di abate di Saint Riquier a patto che raccontasse le vicende dell’Impero dopo Carlo Magno. Nelle sua opera Historiarum Libri Quattuor raccontò le lotte tra i figli di Ludovico il Pio per la spartizione dell’Impero.
Altre fonti fondamentali sono alcune antologie di storici e di cronache del periodo. Ricordiamo, fra tutte, la monumentale (sono centinaia di volumi) Monumenta Germaniae Historica. La compilazione iniziò nel 1819 e ancora oggi è uno dei punti di riferimento fondamentali per la storia dell’Alto Medioevo e, in particolare, della realtà germanica.
Per chi poi volesse utilizzare Internet, si consiglia di rivolgersi al sito www.retimedievali.it che offre una vastissima scelta di fonti di questo periodo con testi originali dell’epoca.

La sconfitta dei Sassoni e degli Avari
Il Capitolare de villis
L’idea universalistica del Sacro Romano Impero
  Le fonti per lo studio della società feudale
  Un sistema chiuso
L’omaggio feudale
  Le fonti per lo studio della cavelleria
  L’immaginario contemporaneo è ricco di immagini di cavalieri medievali che combattono nelle loro armature compiendo imprese memorabili : romanzi, film, cartoon si alimentano delle vicende di Lancillotto, Artù, Tristano che continuano ad affascinarci per le loro imprese temerarie. La stessa parola “cavaliere” è ancora di uso corrente per indicare ora questi nobili combattenti a cavallo medievali ora per indicare coloro che nel nostro tempo si comportano con modi e atteggiamenti raffinati, gentili, sempre rispettosi degli altri, capaci di suscitare rispetto e fiducia.
È la prova dell’eredità che il Medioevo ci ha lasciato, perché è nel Medioevo che nasce, si organizza, si evolve la cavalleria, uno dei fattori principali della trasformazione della società e della mentalità del Basso Medioevo.

La letteratura cavalleresca: il cavaliere, l’amore e l’avventura

I cavalieri della Tavola Rotonda
I tornei dei cavalieri
La Chiesa e la Cavalleria
Il codice della “Cortesia”
   
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