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Vivremo tutti
in città?

Nel 2008, abbiamo vissuto un momento storico: gli abitanti delle città sono diventati più numerosi di quelli delle campagne.

Oltre all’incremento naturale della popolazione urbana, ogni giorno decine di migliaia di persone, in tutto il mondo, migrano dalle aree rurali verso le città.

Nel 2050 si prevede che più del 70% della popolazione mondiale sarà “urbana”: ci saranno quindi 6,3 miliardi di cittadini.

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Sono sempre più numerose le città in cui abitano svariati milioni di persone: per indicare quelle più grosse, con oltre dieci milioni di abitanti, è stato inventato il termine megacittà.

Nel 1975 le megacittà erano solo tre: New York, Città del Messico e Tokio; oggi sono più di 20 e fra qualche anno saranno 30.

La maggioranza di queste megacittà si trova nei Paesi in via di sviluppo, dove spesso buona parte dei cittadini è costretta a vivere in condizioni miserevoli in enormi baraccopoli.

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Le città continueranno a crescere anche nelle loro dimensioni territoriali. Si prevede che entro il 2030 ci sarà nuova superficie urbana grande come Francia, Germania e Spagna messe assieme, circa 1,5 milioni di chilometri quadrati.

Continuando a espandersi sul territorio, molte città hanno creato enormi regioni urbanizzate, chiamate in modo diverso a seconda di come si sono formate: le conurbazioni, in cui ci sono molte città più o meno simili, le aree metropolitane, in cui vi è una città predominante, le megalopoli.

In tutti i casi, queste regioni urbane ospitano decine di milioni di abitanti, vale a dire che sono più popolose della maggior parte degli Stati. In molte città asiatiche, africane e sudamericane gran parte degli abitanti vive in quartieri privi di servizi, le baraccopoli.

Migliaia di anni
sulle spalle

Si ritiene che le prime città siano nate circa 5000 anni fa nella Mesopotamia, la terra compresa tra i fiumi Eufrate e Tigri.

Alcuni villaggi sumeri e assiri si ampliarono notevolmente e acquisirono nuove funzioni diventando centri del potere, della religione, della cultura e delle attività artigianali.

Tra i centri principali ricordiamo Uruk, la più grande delle antiche città sumere; Assur, che fu la capitale dello Stato assiro; Babilonia, il più importante centro urbano della regione dal XIX al IV secolo a. C.

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Fra il III e il I millennio a. C. le città sorgono numerose anche in altre zone: in Egitto, nel Medio Oriente, in India e in Cina. Nell’America centro-meridionale le prime città comparvero molto più tardi, solo tra il II e il VII secolo d. C.

Un grande impulso allo sviluppo delle città è stato dato in Europa dai Greci e dai Romani, che fondarono numerose città dalla pianta geometrica, con le strade che si incrociavano ad angolo retto. Tra l’VIII e il VI secolo a.C. i Greci fondarono oltre 500 città, fra cui Atene, la polis principale.

Roma è stata la più grande città dell’antichità: si stima che nel II secolo avesse quasi due milioni di abitanti.

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Nel Medioevo, numerose antiche città decaddero ma, soprattutto dopo l’XI secolo, molte altre si ampliarono o si formarono, talvolta attorno ai castelli e ai monasteri o lungo le principali vie di comunicazione.

Nell’Europa cristiana, le città erano contraddistinte dalla presenza delle chiese, del mercato e del palazzo del potere politico. I nuclei abitati erano racchiusi da cinta di mura.

Durante il Rinascimento, numerose città italiane come Milano, Venezia, Firenze e Napoli, divennero importanti metropoli, dove gli imponenti palazzi delle famiglie più importanti e nuovi edifici religiosi testimoniavano il loro ruolo di grandi centri economici, politici e culturali.

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Dopo le grandi scoperte geografiche iniziate alla fine del XV secolo, gli europei cominciarono a colonizzare gli altri continenti dove fondarono numerosi centri portuali da cui partire alla conquista dei territori interni o per sviluppare i propri commerci.

Con la nascita dell’industria, alla fine del XVIII secolo, le città conoscono una rivoluzione: si avvia la crescita inarrestabile della loro popolazione, le mura vengono abbattute (con le nuove tecnologie militari non servono più) e le aree urbane si ampliano, vengono compiute grandi ristrutturazioni urbanistiche.

Dalla metà dell’Ottocento a oggi il paesaggio delle città è stato progressivamente conquistato dai mezzi di trasporto, come autoveicoli, ferrovie, tram, autobus e metropolitane, e dalle strutture relative: parcheggi, distributori di carburante, binari, stazioni, pensiline ecc. Nelle vicinanze delle principali città sorgono gli aeroporti.

L'importanza
del luogo

Tutte le città sono nate in luoghi che offrivano qualche vantaggio

Nell’antichità, un fattore molto importante era la possibilità di difendersi: le città (o almeno la parte più preziosa e sacra, come l’acropoli delle poleis greche) talvolta sorgevano su un’altura. In pianura la difesa era assicurata solo da cerchie di mura: se gli abitanti aumentavano e la città voleva ingrandirsi, si abbattevano e si ricostruivano più all’esterno.

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Spesso le città sono nate lungo le vie percorse dai mercanti, come le Vie della seta lungo le quali si svolgevano anticamente i traffici terrestri tra Oriente e Occidente: nei luoghi propizi, spesso un’oasi nel deserto, sorgevano costruzioni per dare riparo alle carovane dei mercanti e riscuotere i pedaggi.

Oppure sono nate come posti di controllo di una strada, di un passo montano o di un guado fluviale, come le tantissime “città del ponte”: per millenni i fiumi sono stati le vie di comunicazione più veloci e sicure.

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Anche lungo le vie percorse dai pellegrini medievali sorsero strutture di accoglienza, a cominciare dai monasteri, attorno alle quali poco a poco si formarono vere e proprie aree urbane.

Moltissime città sono nate lungo le rive del mare, preferibilmente in un golfo ben riparato. Fenici e Greci colonizzarono le coste del Mediterraneo (XI-VII secolo a.C.) fondando città come Palermo, Cagliari, Barcellona, Napoli, Marsiglia.

Dopo il XVI secolo, decine di città portuali sorsero lungo le coste africane, asiatiche e americane: furono fondate dai colonizzatori europei per i loro traffici di materie prime, di prodotti e di schiavi. Anche oggi la maggior parte dei principali centri urbani del mondo è costituita da città portuali.

Infine, vi sono anche tante città nate o sviluppatesi vicino ai luoghi di estrazione o lavorazione delle risorse naturali, come i giacimenti minerari o di idrocarburi (petrolio e gas naturale).

Esercitazione
guidata

Rurale o urbano?

Per distinguere un centro rurale da uno urbano si usano criteri diversi a seconda dei Paesi e delle organizzazioni che elaborano i dati statistici (in Italia l’ISTAT).

Per esempio, si possono considerare le caratteristiche demografiche, cioè il numero di abitanti o la densità abitativa, oppure quelle economiche, cioè quante persone lavorano nel settore agricolo.

Per l’Eurostat, un centro urbano deve avere un minimo di 5 000 abitanti e una densità di 300 abitanti per km2. Per l’OCSE, invece, è sufficiente avere una densità superiore ai 150 ab./km2.

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Che cosa ci rivela la percentuale di popolazione urbana?

Per distinguere un centro rurale da uno urbano si usano criteri diversi a seconda dei Paesi e delle organizzazioni che elaborano i dati statistici (in Italia l’ISTAT).

Invece quando i livelli di popolazione urbana sono alti possiamo trovare situazioni molto diverse:

  • può essere un Paese con un forte sviluppo economico basato su attività quali l’industria e i servizi;
  • può essere un Paese con forti migrazioni interne dalle campagne alle città, anche se non ci sono attività economiche sviluppate;
  • può essere un Paese con particolari condizioni climatico-ambientali: per esempio, in quelli dal clima molto freddo o molto arido in genere gran parte della popolazione vive in centri urbani.
     

In questi casi, dunque, il dato da solo non è sufficiente: bisogna considerare anche le economie locali, le strutture sociali e le caratteristiche ambientali.

Per l’Eurostat, un centro urbano deve avere un minimo di 5 000 abitanti e una densità di 300 abitanti per km2. Per l’OCSE, invece, è sufficiente avere una densità superiore ai 150 ab./km2.

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Esercitazione guidata: che cosa ci dicono i dati?

In questa esercitazione puoi lavorare con i dati che riguardano la percentuale di popolazione urbana nel 1999 e nel 2014, e scoprire come funzionano gli “strumenti” della sezione Usiamo i dati: la carta tematica e i grafici.

I 30 agglomerati urbani più popolosi del mondo

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