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le fonti della narrazione storica dell antico egitto
Le fonti per lo studio della guerra del Peloponneso
  La fonte fondamentale per la guerra del Peloponneso è senz’altro Tucidide, unanimemente considerato il miglior storico del mondo antico per la sua scrupolosità nello stabilire i fatti e per la sua costante ricerca di obiettività.
Naturalmente Tucidide era Ateniese e quindi parteggiava per la sua patria: tra gli uomini politici ateniesi aveva un’avversione particolare per Cleone e tutto questo affiora a tratti nella sua opera.
L’opera di Tucidide termina con il 411 a.C. e verrà ripresa più tardi da Senofonte nelle sue Elleniche.
Altre informazioni utili si possono trovare nelle Vite di Plutarco, che però scriverà sulla base di notizie di seconda e anche terza mano. In quest’opera troviamo la biografia di Pericle, di Alcibiade, di Lisandro e di Nicia.
È interessante anche la lettura delle commedie di Aristofane e delle tragedie di Euripide che, con stili completamente diversi, rappresentano efficacemente il clima politico e spirituale di quel periodo storico.

Plutarco descrive la figura di Alcibiade
La condanna a morte di Socrate
La disgregazione sociale della polis
Le fonti per lo studio di Alessandro Magno e l’ellenismo
  Le fonti del periodo che va dalla fine della guerra del Peloponneso alla morte di Alessandro sono numerosissime. Abbiamo migliaia di iscrizioni, monumenti e opere letterarie che parlano direttamente o indirettamente dei fatti e dei personaggi di quel momento storico.
Sulla figura di Filippo II di Macedonia ci è giunta la testimonianza del suo nemico più fiero e implacabile, l’oratore ateniese Demostene, che dedicò tutta la sua vita a opporsi al disegno di spegnere la libertà della democrazia greca.
Naturalmente la maggior documentazione è su Alessandro Magno, il fondatore dell’Impero universale e della civiltà dell’ellenismo. La base di tutte le biografie scritte su di lui è l’opera di Clitarco da Colofone che ha scritto la Storia delle campagne di Alessandro subito dopo la morte del condottiero. È un’imponente raccolta di aneddoti, di resoconti di veterani e di mercenari greci e macedoni, lettere di ambasciatori e brani di cronache scritte durante la spedizione in Asia.
Da quest’opera sono derivate poi alcune celebri biografie di Alessandro Magno come quella di Diodoro Siculo nel I secolo a.C., quella di Curzio Rufo del I secolo d.C. e la più interessante, quella cioè di Plutarco del II secolo d.C.
L’architettura
  In epoca ellenistica l'architettura compie passi da gigante. Già Alessandro aveva fondato molte nuove città, la più famosa delle quali è senza dubbio Alessandria d'Egitto, e anche i suoi successori, nel tentativo di ellenizzare il più possibile anche i domini più lontani, continuarono in quest'opera. Si formarono vere e proprie scuole di architettura che per la prima volta concepirono una sorta di piano regolatore, all'atto della fondazione delle città. Questo significa che, oltre a concepire grandiosi edifici pubblici come il palazzo reale e i templi, si stabilì il tracciato delle strade, la collocazione delle piazze, la costruzione di giardini, biblioteche, portici e anche, in parecchi casi, la distribuzione dell'acqua corrente, la formazione di una rete fognaria e di una rete di fortificazioni.
La scultura
  La forma d'arte, comunque, più interessante del periodo ellenistico è senza dubbio la statuaria. Le scuole più importanti sono a Rodi e a Pergamo. Sculture famosissime sono quelle in cui il corpo femminile viene raffigurato in tutta la sua perfezione, come la Venere di Milo e quelle in cui prevale il tentativo, riuscito, di rappresentare le passioni, i sentimenti: un esempio illustre è la statua del Gàlata morente o il gruppo marmoreo del Gallo che uccide la moglie e sé stesso per sottrarsi alla prigionia. Molto interessanti sono anche le statue che raffigurano piccoli bozzetti, piccoli istanti di vita: il piccolo fantino conservato nel Museo nazionale di Atene è un esempio delizioso.

L’immaginario
La nuova poesia e il conflitto con l’epica
Il sacro
La vita privata
Demostene
Alessandro monarca orientale
  Alessandro si era proclamato figlio di Zeus, ma dopo la morte del re persiano Dario si accentuano i caratteri orientali del suo regno. Alessandro compie due atti estremamente importanti:
  •  innanzitutto si proclama erede dei re persiani e appone su ogni atto pubblico il sigillo di Dario, a stabilire un’ideale continuità con l’Impero persiano;
  •  subito dopo pretende che ogni persona che appaia al suo cospetto debba prostrarsi a terra, secondo il rito della proskunèsis.
Queste decisioni provocarono un grande malumore tra i Macedoni e i Greci che per loro educazione rifiutavano queste forme di servilismo e il malumore crebbe al punto di sfociare in tentativi di congiura repressi nel sangue. Perfino Callistene, il nipote di Aristotele, che seguiva Alessandro come storico, venne giustiziato.
   
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