
Memmo di Filippuccio (?), Madonna col Bambino, inizio del XIV sec., Pisa, Museo nazionale di San Matteo.
In questa immagine sacra Gesł Bambino stringe in mano un uccellino. Al di lą del significato simbolico - l'uccellino crocifero allude all'accettazione consapevole della morte sulla croce da parte di Cristo - essa documenta la consuetudine dei pił piccoli di trastullarsi con animaletti vivi, in particolare con uccellini con le punte delle ali tagliate che non potevano volare né allontanarsi di molto.
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Nel Rinascimento i bambini giocavano a palla, con la ruzzola (una stringa di corda arrotolata e poi srotolata che fa correre un tondo di legno), con i trampoli e con piccoli giocattoli di ogni forma e materiale come trottole, fischietti, barchette, mulini e armi in miniatura, cavalli-bastone da cavalcare correndo. I giovanissimi passavano inoltre molto del loro tempo curando e ammaestrando animali da compagnia, ma solo i bambini di stirpe nobile avevano il privilegio di possedere uccelli rapaci allevati in cattivitą e addestrati alla caccia. Se i gatti non godevano ancora di buona fama (erano associati a Satana, al tradimento e alla stregoneria) ed erano spesso soggetti a scherzi crudeli, diverso era il caso degli uccellini, graditi per il canto e il bell'aspetto, dei topolini e degli scoiattoli, amati per il loro comportamento giocoso. Un ruolo assai pił importante era quello del cane, affettuoso e fedele amico dei bambini fin dalla pił tenera infanzia e poi insostituibile compagno nella caccia.
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