
Manifattura inglese, Panier in lino con armatura in canna di bambù (1750-80), Los Angeles County Museum of Arts, Los Angeles
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Dalla metà del Seicento furono le favorite dei re di Francia a dettare la moda nell’abbigliamento in tutta Europa. A Parigi, verso il 1715, fece la sua comparsa il panier, una struttura costituita da cerchi metallici o di giunco di dimensioni digradanti tenuti insieme da stoffa leggera. Il ruolo del panier era sostanzialmente lo stesso del guardinfante usato alla corte di Spagna nel secolo precedente, cioè di supporto per sostenere le gonne gonfie a cupola.
Dal 1730 la foggia del panier mutò significativamente, appiattendosi sul davanti e assumendo una forma quasi ellittica; in seguito apparve la versione chiamata paniers double, consistente in due leggere semi-cupole realizzate in legno o fanoni di balena, raccordate da nastri e tela. Dilatando in maniera esagerata il profilo delle anche i panier creavano una sorta di gabbia che lasciava spazio alle gambe, fino ad allora intralciate da numerosi strati di sottogonne inamidate, ma che rendeva difficile, se non impossibile, sedersi in una poltrona con braccioli o passare da porte che non fossero a doppia anta. Col tempo i panier si trasformarono in complesse intelaiature di metallo flessibile che permettevano di sollevare i lembi laterali delle gonne per salire in carrozza o entrare in spazi ristretti. Al successo di questo scomodo capo di abbigliamento contribuì in modo determinante la possibilità per le dame di poter dispiegare sulla superficie amplissima della sottana una quantità di materiali preziosi. Tuttavia, anche se gli eccessi nelle sottostrutture degli abiti furono appannaggio di nobildonne e cortigiane, la moda dei panier s’impose perfino fra le esponenti della classe lavoratrice.
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