
L’educazione dei fanciulli, Stampa francese anonima (seconda metà XVII secolo), collection Maciet, Bibliothèque des Arts Décoratifs, Parigi (Clicca sull'immagine per ingrandire un dettaglio)
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Il XVII secolo vide un importante rinnovamento nei programmi scolastici, incrementati non solo con lo studio del greco e dal latino, ma anche con l’introduzione di nozioni legate ai problemi concreti della vita economica e agricola; questi insegnamenti si discostavano ampiamente dall’indirizzo teologico e filosofico fino ad allora seguito e caldeggiato da tutte le istituzioni educative e in particolare da quelle gestite da ordini religiosi.
Nel 1725 Daniel Defoe nel Robinson Crusoe e l’anno succesivo Jonathan Swift nei Viaggi di Gulliver già criticavano l’inconsistenza degli insegnamenti dove la speculazione intellettuale risultava fine a se stessa - la religione, la filosofia e la politica erano i loro principali bersagli - inneggiando alle scienze matematiche e alle capacità costruttive, che invece permettono una "speculazione" tesa a favorire lo sviluppo della società e dell’umanità intera.
Questo auspicato ampliamento di conoscenze destinate a favorire il benessere sociale avrebbe dovuto preludere a un ampliamento del numero degli studenti; non comprendeva però le ragazze, per le quali l’accesso all’istruzione superiore continuò a rimanere, nella quasi totalità dei casi, precluso.
Lo si può osservare in questa stampa, che riassume bene lo stato dell’educazione femminile alla fine dell’Ancien Régime: ai maschi spettano la lettura, la scrittura, la geometria, la geografia o la tecnica militare; alle femmine - come impone e prescrive la "buona educazione" - il cucito e il ricamo.
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