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Torna indietro... LE DONNE E LA GEOGRAFIA


Pietro Longhi, La lezione di geografia (1752),
Pinacoteca Querini Stampalia, Venezia.
In uno studio ricolmo di libri e di atlanti due gentiluomini puntano il loro sguardo su una dama che esibisce la sua competenza geografica, indicando un mappamondo e avvicinandovi un compasso. Due cameriere emergono
dall’ombra portando rinfreschi. Difficile capire chi stia
tenendo la lezione e chi, invece, la stia seguendo.
Sulla giovane donna al centro risplende tuttavia una luce chiarissima a suggerire, forse, che la dama è
letteralmente "illuminata" dalla conoscenza.



Se escludiamo il viaggio per raggiungere dalla casa paterna la dimora del futuro marito e il successivo seguirlo nei suoi spostamenti, le donne del XVI e XVII secolo - salvo le regine - erano impossibilitate a muoversi in autonomia.
Viaggiare, esplorare, scoprire nuove terre e disegnare mappe e carte geografiche era "cosa da uomini": solo ai maschi l’ordine sociale permetteva di allontanarsi da casa per lunghi periodi e affrontare situazioni pericolose. Proprio come Ulisse e Penelope, gli uomini e le donne di allora guardavano al mondo con orizzonti di ampiezza diversa.
E se alcune dame riuscivano a emergere - seppur faticosamente - in campo letterario, ben più difficile era per loro conquistarsi una posizione nel mondo scientifico e, in misura ancora maggiore, in quello geografico. Tuttavia, partecipare e seguire lezioni di geografia non era necessariamente precluso alle donne; anzi, faceva parte dei "lumi" femminili, come si può desumere da stampe e dipinti. Fino a quasi due secoli fa una donna poteva quindi apprendere e conoscere la geografia, ma soltanto dal punto di vista "teorico". La pratica "sul campo" era riservata all’uomo, all’esploratore, a colui che poteva assumersi i rischi dell’impresa e la responsabilità intellettuale della scoperta scientifica.
Analizzando la storia del periodo, incontriamo comunque alcune figure femminili che - magari travestendosi da uomo - hanno compiuto esplorazioni e affrontato viaggi in paesi lontani.
Catalina da Erauso riuscì a raggiungere il Perù all’inizio del Seicento mentre alla fine del secolo la naturalista e pittrice tedesca Maria Sibylla Merian affrontò tre mesi di traversata transoceanica per raggiungere il Suriname con la sola compagnia della figlia. La giovane Jeanne Baré invece, per seguire il suo innamorato e i suoi interessi naturalistici, s’imbarcò nel 1766 come mozzo sulla nave Etoile, accompagnando il barone Louis Antoine de Bougainville nel suo giro intorno al mondo. Altre donne - meno fortunate o intraprendenti - riuscirono comunque a perseguire il loro desiderio di " fare geografia" lavorando come cartografe a fianco dei loro padri e dei loro mariti, pur essendo spesso costrette ad adottare pseudonimi maschili.



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