La mancanza di laboratori adeguati nei pochi istituti di ricerca presenti sul territorio costrinse molti scienziati del XVII secolo a condurre all’interno delle mura domestiche le prove necessarie a confermare le loro teorie.
Lavoisier e Galvani, per esempio, l’uno in Francia e l’altro in Italia, riempirono le loro abitazioni di strumenti e macchinari con i quali effettuare i propri esperimenti scientifici.
La creazione di questi laboratori casalinghi coinvolgeva naturalmente anche le famiglie.
Sia che venissero chiamati soltanto ad assistere, sia che fossero ingaggiati come aiutanti o come "soggetti" della prova, figli e mogli di questi scienziati ebbero modo di avvicinarsi ai concetti, alle teorie e ai fenomeni indagati da padri o mariti, finendo in qualche caso per partecipare attivamente alla ricerche e alle eventuali scoperte.
Lucia Maddalena Galeazzi (1743-1790) figlia di Domenico Gusmano Galeazzi, professore di fisica e celebre anatomico all’Università di Bologna, dopo aver seguito gli studi scientifici del padre fu a fianco del marito, Luigi Galvani (allievo del Galeazzi) durante le sue ricerche sull’elettricità animale sezionando "alla solita maniera" le zampe posteriori delle rane, scoprendo cioè i loro nervi crurali e correggendo i testi e le lezioni del marito prima della loro pubblicazione.
Marie-Anne Paulze (1758-1836) fu una brillante studentessa per la quale il padre - riconoscendone le doti intellettuali - volle trovare un marito che le sapesse altrettanto apprezzare e valorizzare. La scelta cadde su un giovane impiegato all’ufficio delle imposte appassionato di chimica, Antoine Laurent de Lavoisier, che oltretutto apparteneva a una famiglia di una certa nobiltà.
La giovanissima Marie-Anne divenne da subito la più stretta collaboratrice del marito, finendo poi per coinvolgere tutte la famiglia nelle sue dimostrazioni, spesso eseguite proprio per far comprendere anche ai figli la semplicità della legge che regolava un fenomeno apparentemente complesso.
|
 Joseph Wright of Derby, Esperimento su un uccello nella pompa pneumatica (1768), National Gallery, Londra.
Lo scienziato, animato dalle migliori intenzioni didattiche, esegue l’esperimento in famiglia alla presenza delle figlie. Queste, però non sembrano davvero entusiasmate dall'esito - peraltro riuscito - della prova, consistente nel provocare il vuoto dell'aria all'interno di una boccia di vetro: il loro pappagallino chiuso lì dentro sta per morire!
|
|