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Torna indietro... L'INCIPRIATURA DEI CAPELLI

Se al giorno d’oggi l’apparire dei primi capelli bianchi è spesso vissuto da molti come un piccolo dramma, non possiamo ignorare che, nella storia dell’umanità, c’è stato un lungo periodo in cui le capigliature candide erano incredibilmente à la mode. Nel Seicento e nel Settecento l’uso di spolverare i capelli con cipria bianca o argentea era diffusissimo. Per decenni uomini, donne e persino bambini ricorsero all’incipriatura, perché questa era diventata un segno sociale di distinzione, una pratica che consentiva di mantenere i capelli soffici e profumati evitando di lavarli (bagnarli era ritenuto pericoloso per la salute).
Proprio come ci racconta il Parini a proposito del suo "giovin signore", la moda del XVIII secolo richiedeva che i nobili, dopo l’accurata arricciatura dei capelli, affrontassero il noioso rituale dell’incipriatura. Chiusi in appositi stanzini da toilette dove un servitore spruzzava la polvere con un piccolo mantice verso il soffitto per farla ricadere a pioggia, si proteggevano le spalle con un mantellina e il viso con un imbuto di carta. I capelli "neri e unti" erano ormai appannaggio delle classi lavoratrici, che per questi venivano prese in giro.
Introdotto dagli aristocratici nel Seicento, l’uso della cipria - composta per lo più da farina o amido di riso e profumata con costose essenze - divenne un elemento della propreté (pulizia): non incipriarsi equivaleva all’essere in disordine, un segno vistoso di trascuratezza. I riccioli imbiancati - ma anche la pelle chiara esibita per differenziarsi da chi, lavorando all’aperto, appariva scurito dai raggi del sole - finirono per diventare una sorta di schermo tra la nobiltà e le altri classi. Col passare del tempo la cipria finì con l’essere impiegata non solo sui capelli ma anche sulle parrucche, più pratiche dei capelli naturali perché non s’infestavano di pidocchi e potevano essere inviate dal "parrucchiere" per la manutenzione. Con la Rivoluzione Francese, "caddero le teste" e con esse anche le parrucche incipriate che le adornavano, simbolo dei lussi dell’Ancien Régime. Alla fine del XVIII secolo si svilupparono le prime grandi industrie di cosmetici: la cipria, rivista nella composizione e nel colore, tornò ad accordarsi alla tinta naturale del volto e a essere utilizzata per opacizzare la pelle, renderla vellutata e fissare il trucco.


Una nobildonna al tavolo della toilette (1750 ca.),
The Bowes Museum, Barnard Castle, Durham




Vaso in opaline per cipria profumata
(prima metà XIX secolo),
Museo Internazionale della Profumeria, Grasse


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