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Le fonti letterarie |
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Per la ricostruzione dei fatti tra il III secolo d.C. e il crollo dell’Impero romano d’Occidente disponiamo di numerose fonti letterarie – biografie, raccolte di aneddoti, panegirici, testi giuridici e lettere private e ufficiali – mentre manca, relativamente a questo periodo, l’opera di veri e propri storici.
Una quantità enorme di fonti archeologiche sono a disposizione degli studiosi: iscrizioni su pietra e metallo dove sono riportate leggi, disposizioni ed editti, monete, ogni sorta di edifici pubblici e privati, tutti reperti che hanno permesso di ricostruire, con una certa precisione, tutte le caratteristiche della vita in molte zone dell’Impero. |
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Le biografie degli imperatori |
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La Historia Augusta, una raccolta anonima di trenta biografie di imperatori, arriva fino alla fine del III secolo: ha un notevole valore documentario, anche perché per alcune vicende è l’unica fonte che abbiamo, ma non mostra particolare serietà nella ricerca e nella trattazione dei dati.
Un’altra raccolta di biografie imperiali è quella realizzata da Sesto Aurelio Vittore, vissuto nel IV secolo d.C.: in comune con la Historia Augusta ha la caratteristica di dividere gli imperatori in buoni e cattivi, a seconda del loro maggiore o minore rispetto nei confronti del Senato e del ceto aristocratico.
Dello storico Cassio Dione, morto verso il 230 d.C., non è rimasto quasi nulla: sappiamo che ha scritto ottanta libri sugli imperatori dei secoli II e III d.C., arrivando fino ad Alessandro Severo.
Erodiano, contemporaneo di Cassio, tratta le biografie dei regnanti da Commodo a Massimino il Trace. Anche questi due autori sono di parte senatoria e aristocratica, ma la loro narrazione risulta meno smaccatamente di parte rispetto a quella di Vittore o della Historia Augusta. |
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La storia cristiana |
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Per la ricostruzione delle origini e dello sviluppo del Cristianesimo nel II e III secolo d.C. non si può ignorare il vescovo e scrittore cristiano greco Eusebio di Cesarea (265-340 d.C.) che, pur essendosi orientato all’inizio verso l’arianesimo, accettò nel Concilio di Nicea la dottrina ufficiale. Scrisse in lingua greca la Storia Ecclesiastica in dieci libri. Anche se l’intendimento dell’autore è quello di narrare solo la storia della Chiesa, in realtà finisce per fornirci una messe di informazioni sulla storia politica del tempo, strettamente intrecciata a quella religiosa. |
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I Breviari |
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Nel secolo IV si afferma la produzione di breviari (dal latino breviarium “compendio”), una sorta di libri di testo molto sintetici su vari argomenti.
Eutropio è l’autore di un breviario di storia, un’opera che con grande stringatezza narra le vicende di Roma dalle origini fino all’imperatore Valentiniano. Il valore di queste opere è molto scarso da un punto di vista strettamente storiografico, anche se le notizie relative al IV secolo sono spesso precise e documentate. |
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Ammiamo Marcellino |
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Nel IV secolo si afferma un vero storico, l’ultimo della storiografia latina: Ammiano Marcellino.
Nato ad Antiochia intorno al 330, Ammiano Marcellino scrisse durante il regno di Teodosio trentuno libri di storia (Res gestae) ma a noi sono arrivati solo gli ultimi diciotto, dedicati agli avvenimenti a lui contemporanei. Nei suoi scritti Ammiano rivela una grande onestà intellettuale, distinguendo sempre il giudizio morale da quello politico, mostrando la conoscenza e l’uso di un’ampia e ragionata documentazione dei fatti narrati.
Il suo tentativo costante di trovare una conciliazione tra pagani e cristiani è dettato dalla certezza che su tutti incombe la minaccia delle invasioni barbariche e che quindi è indispensabile, per sopravvivere, fare un fronte comune.
Il saccheggio di Roma
Adrianopoli, inizio di ogni sventura
Come arricchirsi durante la crisi dell’Impero
Il significato del Concilio di Nicea
Chiesa e potere politico nell’Impero cristiano
Le nuove divinità: Mitra
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© 2010 DeAgostini Scuola S.p.A. - Novara |
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